Nell’ambito del tema di studio distrettuale Lions Club 108 A B 2023/2024 “Diritto dei giovani alla speranza e progettazione del futuro, tra uguaglianza delle opportunità, qualità dell’istruzione e merito” si è tenuto a Manfredonia un interessante incontro sul tema.

L’emergenza del mondo giovanile ci interroga sia per accertarne le aspettative sia per offrire proposte concrete. La crisi educazionale che la nostra società sta vivendo è anzitutto un problema di formazione, adeguata ai tempi che viviamo. La società è cambiata e anche la Scuola deve tenerne conto. Accanto agli aspetti contenutistici e curriculari, essa deve offrire agli studenti nuove competenze per entrare nel mondo lavorativo. Alla formazione contenutistica deve accompagnarsi un’adeguata formazione tecnologica a partire dal docente. Bisogna rimettersi in gioco per offrire risposte nuove a problemi nuovi.

Interessante e realistico il Servicein oggetto, che coinvolge in modo particolare i giovani dei nostri giorni,protagonisti di una Scuola che cerca di conciliare innovazione e fragilità presente e passato futuro e presente conoscenza e ricerca del sé. Con queste parole, Arcangela Biscelgia, Presidente del Lions Club Manfredonia-Host ha dato inizio alla serata. E’ seguita “poi” un’attenta analisi del preside Raffaele Cera, past-Governatore e referente per la circoscrizione A del tema in oggetto. Egli ha evidenziato, dopo la sua lunga esperienza nel mondo scolastico, delle criticità nell’attuale panorama di istruzione e ha invitato tutti coloro che sono impegnati nel mondo Scuola a fare in modo che essa torni luogo di formazione integrale dell’alunno, rimanendo palestra privilegiata di socializzazione con i pari. Don Giovanni Antonacci, delegato ad hoc dall’Arcivescovo per questo evento, ha evidenziato l’interesse della Diocesi e l’attenzione ad offrire risposte concrete, attraverso il coinvolgimento di questa fascia sociale così particolare e bisognosa di attenzioni; si pensi al progetto Policoro.

Con scientificità e passione la Dottoressa Stellacci, nostra conterranea, voce eminente nel panorama scolastico con incarichi dirigenziali di grande rilievo (da Provveditore agli studi di Matera e Parma, a Direttore Generale dell’ U.S.R. dell’Emilia Romagna della Calabria e della Puglia a Capo Dipartimento per l’Istruzione presso il M.I.U.R. )  ha esordito analizzando i cambiamenti della Scuola e la crisi sociale unita al malessere emozionale, evidente soprattutto tra i più giovani che non hanno ancora maturato gli strumenti idonei a gestire le emozioni. In particolare questo disagio ha finito col colpire anche l’infanzia, che sta sviluppando situazioni di malessere molto precocemente, dovute al fatto che gli stessi genitori oggi sono stressati da problemi di ogni tipo.

La relatrice condividendo il pensiero di Goleman, (psicologo e scrittore statunitense) ha dato molta importanza alla centralità del significato dell’ambiente scolastico che non sta, come per tanto tempo si è creduto, esclusivamente nella qualità delle proposte cognitive ma soprattutto nello sviluppo delle relazioni e nella condivisione delle esperienze di apprendimento. La Scuola “oggi” non può essere un contenitore di Sapere arido e anacronistico, non può agire dimenticando la persona, soprattutto in questo tempo storico, con una crisi sociale che si ripercuote su tutte le istituzioni educative; Essa in particolare ha il dovere di uscire dalla zona di comfort e trovare nuovi linguaggi e modalità di comunicazione con gli alunni . Il vuoto educativo che ruota attorno ai ragazzi e ai bambini costringe la scuola a cambiare rotta con urgenza.  L’apprendimento dei contenuti disciplinari deve passare attraverso una sana educazione all’emozioni e alle relazioni interpersonali.

Risultati di quest’analisi rimandano all’urgenza di definire una nuova identità professionale del docente, un nuovo profilo capace di corrispondere in modo funzionale alle attese e ai bisogni degli studenti e delle famiglie.

In estrema sintesi le competenze che determinano l’attuale profilo professionale del docente deve essere improntato alla scoperta delle strategie, delle tecniche e dei contesti relazionali che permettono ad ogni giovane di migliorare e migliorarsi.

Una delle competenze su cui oggi riflettere è quella ad educare ad un uso consapevole e responsabile dell’intelligenza artificiale  (A.I.), come stabilito da “Piano Scuola4.0”.

Oggi non si può essere tecnofobi e la A.I. è tanto più utile ed efficace quanto più è competente l’individuo che ne cura l’implementazione e ne fa uso. In questo contesto se si vuole che la diffusione dell’ A.I. sia antropocentrica è essenziale sviluppare nell’uomo competenze tecniche ed umanistiche. La scuola deve essere luogo di formazione della Persona nella sua integrità di Mente e di Cuore.

La Dottoressa Stellacci con forza ha ribadito che la Scuola non è fine a se stessa, ma proietta l’uomo in un sistema più ampio che è quello sociale nel quale il lavoro occupa una posizione di tutto rilievo, studio e lavoro devono essere vasi comunicanti non si può pensare a questo binomio come ad un prima e un dopo.

Nella conclusione del suo intervento la Dottoressa Stellacci ha invitato tutti a riflettere che non ha alcun senso formare il giovane a un lavoro ma occorre formare il soggetto al lavoro.

Sono questi i cambiamenti che permetteranno alla scuola di aprirsi al mondo di garantire ai giovani la possibilità di governare il proprio futuro.

La Professoressa Maria Altieri, docente di Fisica e esperta in problematiche familiari, nel suo intervento è partita da un sondaggio sul significato della speranza oggi e del futuro per un giovane. Attraverso il questionario sono emerse risposte  positive aperte a un presente ricco di possibilità e ad un futuro rassicurante. Secondo la relatrice mal grado tutto, continuano a credere nella speranza come valore da tutelare. La speranza, tuttavia,ha bisogno di modelli a cui fare rifermi net, modelli credibili, capaci di dare ragioni non illusorie, per le quali vale la pena impegnarsi. Quando questi modelli sono attraversati dalla crisi dei valori e  non sono più in grado di dare risposte di senso, assistiamo a fenomeni che purtroppo oggi sono assai frequenti fra i giovani: depressione, tendenza la suicidio, bullismo, disordini alimentari, alcol, delinquenza minorile, dispersione scolastica.

Queste manifestazioni sono la totale negazione della speranza. La Professoressa ha sottolineato che il presente, dunque, pone la questione della speranza. Il processo personale di guardare al presente e trarre speranza per il futuro deve essere appreso da qualcuno. Questo pone un forte richiamo al tema dell’educazione educare significa insegnare a sperare educa chi accetta di percorrere la strada con il giovane chi vuole mettere in gioco se stesso. L’educazione non riguarda solo i giovani ma riguarda principalmente l’adulto e incontrare adulti provocanti, capaci di accendere un’umanità nuova e la provocazione più grande che un educatore può rappresentare per i giovani. Ci vogliono adulti consapevoli, certi che non hanno paura questa è la proposta di un “Protagonismo educativo nuovo”.

Con la frase di Galileo Galilei la professoressa Altieri ha invitato tutti i presenti a rimettersi in gioco e a concluso il suo intervento:

Non basta guardare, occorre guardare con occhi che vogliono vedere,che credono in quello che vedono

Dopo un ricco e coinvolgente dibattito in forma di dialogo, fatto di esperienze didattiche educative molto interessanti, nel suo intervento il Dottor Roberto Panunzio, Presidente di Circoscrizione della zona A, e delegato del Governatore, ha concluso l’incontro ponendo l’accento sull’essenza del Service che ha fornito una spinta alla crescita umana, invitando a non demordere mai perché, se la Scuola deve recuperare i ritardi e le inefficienze che le vengono addebitate è necessario che tutte le agenzie educative vengano coinvolte. Coinvolgimento e servizio sono i due fari del Lionismo, che in una società in crisi rappresentano degli elementi determinanti alla crescita della speranza in un futuro migliore.

Arcangela Bisceglia

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